Ricordo di Mario Pozzi

Ricordo di Mario Pozzi

Il 25 luglio 2022 ci ha lasciati Mario Pozzi.

Nato ad Alessandria il primo gennaio 1939, aveva ottenuto il diploma magistrale e per alcuni anni insegnò come maestro elementare tra la città natale e la provincia. Nel frattempo, si era iscritto alla Facoltà di Magistero dell’Università di Torino, dove fu decisivo l’incontro con Ettore Bonora. Con lui, e con Andreina Griseri, discusse la tesi sulla letteratura artistica veneziana del Cinquecento: un tema che avrebbe ripreso tanti anni dopo. Dopo anni di insegnamento al Magistero, nel 1989 divenne ordinario di Lingua e letteratura italiana. Intanto aveva pubblicato influenti studi sulla letteratura del Cinquecento (Lingua e cultura del Cinquecento, Padova, Liviana, 1975) e soprattutto aveva fornito un contributo essenziale ai volumi cinquecenteschi della collezione “La letteratura italiana. Storia e testi” dell’editore Ricciardi: per quella collana, fondamentale per lo sviluppo degli studi letterari nel Novecento, aveva curato i Trattatisti del Cinquecento e i testi degli Scopritori e viaggiatori e del Cinquecento. Il lungo studio dedicato ai manoscritti di Vincenzio Borghini e ai testi della questione della lingua ne fecero il candidato ideale per la cura delle Discussioni linguistiche del Cinquecento uscito per i classici Utet nel 1988. Nel 1997, quando la Facoltà di Magistero lasciò il posto a quella di Scienze della Formazione, fu uno dei padri fondatori del Dams all’Università di Torino e direttamente promosse il Multidams, un’esperienza pionieristica nel far dialogare informatica e saperi umanistici. Proprio l’esperienza didattica al Dams lo condusse a riprendere gli studi sulla letteratura artistica e, oltre a vari saggi, scrisse con Enrico Mattioda una monografia dedicata a Giorgio Vasari storico e critico (Firenze, Olschki, 2006). Con la moglie, Maria Rosa Loi, aveva pubblicato le Lettere familiari di Sperone Speroni e accentrò poi la sua attenzione ai rapporti tra la letteratura e le altre esperienze umane, dalla politica, ai viaggi, all’arte, ecc. Questi studi furono poi raccolti in due volumi intitolati non a caso Ai confini della letteratura (Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1998-1999). Un altro suo campo di interesse fu la storia dell’Italianistica come disciplina, in particolare a partire dalla scuola storica: egli che per tanti anni era stato segretario del “Giornale storico della letteratura italiana” e che dagli anni Ottanta ne fu co-direttore fino al 2020, dedicò preziosi studi e ritratti ai maestri di quella disciplina. Alla ricerca scientifica univa una vocazione didattica straordinaria, particolarmente quando si trattava di far crescere i giovani studiosi attraverso il confronto e la discussione/correzione dei loro saggi.

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