Ricordo di Willi Hirdt

Maria Fancelli

Ricordo di Willi Hirdt

Willi Hirdt è stato un rappresentante esemplare della migliore romanistica tedesca per formazione, per conoscenze linguistiche, per ampiezza di interessi e di studi. All’interno dell’ampia koiné delle letterature romanze e accanto agli studi di letteratura francese, egli ha progressivamente privilegiato gli studi di italianistica fino a diventare il più profilato italianista tedesco degli ultimi decenni del Novecento.

Dopo gli anni universitari a Kiel, dopo quattro anni di lettorato nell’Università di Firenze e dopo aver conseguito (1972) la libera docenza a Saarbrücken, nel 1973 fu subito chiamato a ricoprire la cattedra di romanistica nella ‘Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität’ di Bonn. Qui è rimasto, nonostante prestigiose chiamate di altre università, fino alla sua Emeritierung nel 2003. Qui ha onorato la tradizione di grandi romanisti, qui ha formato generazioni di giovani studiosi, promosso centri e istituzioni che hanno fatto di Bonn il cuore dell’italianistica tedesca: su tutti ricordiamo il Corso di Studi Italo-Tedeschi, fondato nel 1995 tra le Università di Bonn e Firenze, poi esteso all’Università di Parigi, e ancora oggi attivo.

I suoi campi di ricerca sono stati molteplici. Se gli studi danteschi sono stati al centro della sua attività, Hirdt ha approfondito a lungo la letteratura italiana del Quattro e Cinquecento, scrivendo tra l’altro un libro importante su Isabella d’Este. Nell’ambito dei suoi interessi per il Rinascimento italiano, ha studiato la relazione tra letteratura e arti figurative, come mostrano i suoi scritti su alcuni notissimi quadri di Giovanni Bellini. Un altro fertile campo è stata la demologia con studi sul genere della zingaresca e sull’epica popolare italiana. Pascoli, Pirandello, Giordano Bruno, Pasolini sono solo alcuni nomi di autori che Hirdt ha contribuito a far conoscere nei paesi di lingua tedesca.

Si deve ricordare infine che il suo profilo di studioso era inscindibile da un amore profondo per l’Italia e per tutti gli aspetti della vita, non solo culturale, italiana. Si deve ricordare, non ultimo, il suo perfetto italiano. Perfetto nelle scelte lessicali, perfetto nella costruzione della frase, perfetto nell’accento, anzi senza accento, curioso di ogni minimo scarto semantico. Era la spia più evidente di un rapporto rigoroso e appassionato con la lingua, la letteratura e la cultura italiana. Per tutto questo è grande il debito della cultura italiana verso l’uomo e l’opera: Willi Hirdt nato a Kiel il 7 febbraio 1938 e morto a Bonn il 19 giugno 2020.

Maria Fancelli, 23 agosto 2020

Back to top