Scomparsa di Bruno Capaci

10 giugno 2025

Scomparsa di Bruno Capaci

Care colleghe e cari colleghi, è con grande dolore che vi comunichiamo che Bruno Capaci ci ha improvvisamente lasciato. Raffinato studioso attento alle intersezioni tra la letteratura, la retorica e il diritto, instancabile docente animatore di tanti corsi di didattica della letteratura, grande organizzatore culturale, Bruno era il responsabile della rivista DNA - Di Nulla Academia e il Direttore del Centro Studi Camporesi.

L'Associazione degli Italianisti si stringe alla famiglia, alle colleghe e ai colleghi e allievi dell'Università di Bologna nel ricordo del caro Bruno.


Ricordo di amiche e amici, colleghe e colleghi del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna

Nella giornata di ieri è venuto a mancare l’amico e collega Bruno Capaci, a lungo Professore di Didattica della letteratura italiana e Letteratura e retorica presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna. Formatosi sotto la guida di Ezio Raimondi e Andrea Battistini, il 10 luglio 1998 aveva conseguito il titolo di Dottore di ricerca con una tesi di ambito settecentesco e di argomento retorico, Il giudice e l’oratore. Trasformazione e fortuna del genere epidittico nel secolo XVIII. Dopo un periodo trascorso nelle scuole, nel 2005 aveva cominciato la carriera accademica come ricercatore nella stessa Università in cui si era formato, diventando nel 2018 Professore associato.

I temi di ricerca, sempre accostati con passione e curiosità, hanno coperto un ampio arco cronologico e una gamma vasta di generi, dal Cinquecento al Novecento, da Lucrezia Borgia a Puccini. Si è dedicato all’edizione di testi rari e di discussa attribuzione, allo studio della fortuna di Dante, alle biografie e agli epistolari, alla letteratura massonica e giacobina, alla cultura del carnevalesco e a quella del cibo. In ambito settecentesco si è occupato della letteratura libertina e della produzione di Carlo Goldoni e Giacomo Casanova, a cui ha dedicato importanti monografie. La sua ricerca procedeva per nuclei apparentemente distinti, eppure mirava a svilupparsi in una prospettiva unitaria incentrata sulla retorica, cercando poi un riscontro sempre fertile nel campo della didattica, in cui riusciva a coinvolgere con passione studentesse e studenti. Chi ha avuto il privilegio di frequentare le sue lezioni ha imparato a padroneggiare i luoghi argomentativi e le figure retoriche grazie a una vasta gamma di esempi che spaziavano da Aristotele a Vasco Rossi, da una scritta apparsa sui muri dell’Università agli spot pubblicitari. Il nesso tra retorica e vita quotidiana è al centro del suo libro-testamento a cui si è dedicato con passione e solerzia, Trappole per topoi. La retorica che non ti aspetti e le prove della persuasione (2022). Un’opera imponente nell’apparato dei riferimenti bibliografici e della documentazione, ma compatta nel suo schema interno nitido e rigoroso. Ha svolto un ruolo attivo nei centri di ricerca del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica e, in particolare, nella codirezione del Centro ARCE (Archivio di Ricerca sui Carteggi Estensi), dando vita a molteplici iniziative scientifiche e importanti pubblicazioni su Lucrezia Borgia (Cito cito volans. Lettere di guerra, cifrari e corrispondenze segrete di Lucretia Estensis de Borgia nel 2019, con Patrizia Cremonini, e Obediente figliola: le familiari di Lucretia Borgia a Ercole I d’Este nel 2020, con Maddalena Modesti).

Poi, nella sua carriera di studioso e di docente, grande rilievo hanno ricoperto la guida del Centro Studi Camporesi e la direzione della rivista di fascia A “DNA” – Di Nulla Academia, in cui la sua personalità eclettica e la sua visione interdisciplinare avevano trovato il loro habitat naturale e potevano esprimersi compiutamente.

Nel tentativo di superare gli steccati disciplinari, negli ultimi anni aveva avviato una proficua collaborazione con i giuristi, dalla quale sono scaturite proposte scientifiche e didattiche del tutto pionieristiche, come del resto significativi sono i suoi lavori sul rapporto medico-paziente nel contesto delle Medical Humanities. La sua generosità di uomo e di studioso lo ha inoltre portato a far parte di comitati scientifici di numerose riviste.
Con la sua prematura scomparsa, noi, amici e colleghi, ci siamo trovati di fronte all’argomento dell’irreparabile. Ricorrere al genere obituary, rifugiandosi nei topoi che si ripetono in queste tristi circostanze, sarebbe fargli un grave torto. Bruno paradossalmente amava le persone franche, inquiete e autentiche. Ci mancheranno il suo garbo discreto, la sua ironia malinconica, il suo amore per la buona tavola e per le piacevolezze conviviali, i suoi racconti sui colori della sua casa in Toscana che cambiano nelle stagioni e sulle carezze alla sua amata cagnolina Penelope. Ci mancherà il suo tratto affettuoso e schietto, così raro nella nostra accademia.

Le amiche e gli amici, le colleghe e i colleghi del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna
11 giugno 2025

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