Scomparsa di Nuccio Ordine

10 giugno 2023

Scomparsa di Nuccio Ordine

L’Associazione degli Italianisti ricorda il collega Nuccio Ordine, professore ordinario di Letteratura italiana all’Università della Calabria, scomparso prematuramente il 10 giugno a Cosenza. Grande studioso di Giordano Bruno e del Rinascimento, Nuccio Ordine aveva indagato la letteratura di tutte le epoche nei suoi molteplici risvolti e attraverso diversi approcci metodologici. Grazie ai suoi libri, tradotti in molti paesi, e all’intensa attività accademica e giornalista, ha ricevuto diversi premi e onorificenze in tutto il mondo.

Il Dipartimento di studi umanistici dell’Università della Calabria commemorerà il collega domenica 11 giugno alle ore 15.

L’Adi esprime le più sentite condoglianze alle colleghe e ai colleghi di Dipartimento e alla famiglia in questo momento così difficile.

La presidente

Silvia Tatti


Due ricordi di Nuccio Ordine

di Giulio Ferroni

Nel ricordo di Nuccio Ordine chi, come me, l’ha conosciuto fin da quando era studente, gli ha proposto il tema della tesi di laurea e l’ha seguito, prima molto da vicino, poi più lateralmente, in ammirata distanza, non può non risalire a quei primi anni, al fervore della nostra giovinezza (solo quindici anni ci separavano), alla tumultuosa vitalità di quella che allora era la nuova Università della Calabria, nella sede di Arcavacata (allora in assetto provvisorio e avventuroso). Nuccio è stato un frutto eccezionale di quella Università allora ai primi passi, alimentando ed espandendo in essa il suo entusiasmo, la sua intraprendenza, il suo spirito comunicativo, la sua curiosità e la sua passione per i rapporti umani, sempre attratto dal richiamo di una cultura da conquistare, fino a farne parte di sé, ragione piena di vita. Dalla nativa Diamante e da Arcavacata al mondo: questo è stato il suo percorso, così inopinatamente e tragicamente interrotto, mentre era ancora in piena espansione, tra nuovi progetti e nuovi successi. La letteratura italiana è stato il primo spazio del suo impegno, in un’ottica molto ampia che, a partire dai primi studi su Giordano Bruno, coinvolgeva tutti gli ambiti storici e culturali, da quello più specificamente letterario alla filosofia, alle arti visive, alle nuove scienze, ai contesti storico-politici e antropologici, e tutto sempre proiettato in chiave europea. L’attenzione a Bruno, alle sue peregrinazioni europee e agli intrecci molteplici in cui si è svolta la sua esperienza e che da essa sono scaturiti, in seguito ha condotto Ordine a determinanti studi sulla cultura del tardo Cinquecento europeo, su conflitti e rapporti in cui dal lascito del Rinascimento italiano hanno cominciato a delinearsi nuovi ambiti di razionalità, aperti verso una modernità fecondata dal rapporto con i classici.

L’impegno dello studioso, rivolto in definitiva verso una forma problematica di storia culturale globale, in integrata considerazione tra sviluppo delle idee e loro articolazione entro le forme letterarie e artistiche, è stato sempre accompagnato da un disposizione a intrecciare rapporti e a intervenire su di un terreno pubblico, che da una parte lo ha reso amico di alcuni grandi personaggi della contemporanea cultura internazionale (da Gadamer a Eco a Steiner a Morin e tanti altri) e dall’altra lo ha portato a una fitta e meritoria attività editoriale, per una originalissima editoria di cultura (ricordo soltanto il suo impegno per la pubblicazione di testi italiani in Francia, presso le edizioni delle Belles Lettres, a partire dalle nuove edizioni critiche delle opere italiane di Bruno, e poi la formidabile collana dei Classici della letteratura europea, presso Bompiani, nuove traduzioni di opere complete con testo originale a fronte, davvero un unicum nel panorama editoriale). Questa prodigiosa attività ha trovato poi un ulteriore slancio in uno strenuo impegno di divulgazione e di vera e propria “difesa” della cultura classica, concepita come possibilità vitale per il presente, alimento necessario di ogni autentica modernità, in intima collaborazione con la cultura scientifica, a partire dal fortunatissimo volumetto L’utilità dell’inutile, con una tensione pedagogica e latamente “politica”, che si è svolta in numerosi interventi e iniziative, nel quadro di un ethos di laica razionalità, in una visione aperta e problematica delle relazioni umane, contro le attuali derive pedagogiche e la corrente sottomissione della cultura agli imperativi del mercato e dell’economia.

Ma molteplici sarebbero i temi, le questioni, le linee storiche e interpretative sollecitate dai suoi libri e dalla sua vastissima attività: è vero peraltro che tutto questo si riconduce al suo inconfondibile carattere, a quell’entusiasmo e a quello scatto giovanile a cui accennavo all’inizio, alla sua ostinata volontà di fare e di essere sempre in situazione, al suo senso dell’amicizia e dei rapporti interumani, che lo ha portato a percorrere il mondo, a far valere, nei luoghi e nelle situazioni più diverse, in ambienti e contesti di ogni tipo, la specificità del suo essere, della sua spregiudicata passione culturale, della sua curiosità per tutto ciò che dà un vero senso al nostro lavoro.

Giulio Ferroni (scarica in formato PDF)


di Chiara Cassiani e Maria Cristina Figorilli

Vorremmo lasciare una testimonianza, pubblicando un breve profilo bio-bibliografico di Nuccio Ordine, nonostante la sua notorietà, e nonostante sia davvero arduo sintetizzare un curriculum straordinariamente ricco come il suo. Nuccio Ordine è nato a Diamante (CS) il 18 luglio del 1958. Nel 1982 si è laureato con 110 e lode in Lettere Moderne, presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria, con una tesi di laurea, relatore Giulio Ferroni, dal titolo Asinus ad litteras. La letteratura dell’asino nel Cinquecento. La tesi poi è diventata un fortunatissimo libro, tradotto in molte lingue, La cabala dell’asino. Asinità e conoscenza in Giordano Bruno, Liguori 1987 (edizione accresciuta La nave di Teseo 2017). Si è addottorato il 25 luglio1987 con la tesi dal titolo Il patto dialogico. Teoria e situazione del dialogo nel Cinquecento, sotto la supervisione di Dante Della Terza e Giulio Ferroni. Dopo il dottorato, tra il 1986 e il 1987, è stato Fellow dell’Harvard University Center for Italian Renaissance Studies di Villa I Tatti a Firenze. Dal 1990 Ricercatore di Letteratura italiana presso il Dipartimento di Filologia dell’Università della Calabria; nella stessa università dal 1992 è stato Professore Associato e dal 2001 Professore Ordinario di Teoria della letteratura; dal 2005 insegnava Letteratura italiana. Esperto di Giordano Bruno, tra i suoi libri dedicati al filosofo sono da ricordare La soglia dell’ombra. Letteratura, filosofia e pittura in Giordano Bruno, prefazione di Pierre Hadot, Marsilio 2003; Contro il Vangelo armato. Giordano Bruno, Ronsard e la religione, premessa di Giulio Giorello, prefazione di Jean Céard, Cortina 2007; Trois couronnes pour un roi, Les Belles Lettres 2011. Di Giordano Bruno ha coordinato anche l’edizione delle Opere italiane, Utet, 2002.
Tantissimi gli atenei e istituti esteri in cui ha insegnato o svolto attività di ricerca: negli Stati Uniti (Yale University e New York University); in America Latina (Universidad de San Buenaventura di Bogotà, Università Iberoamericana di Città del Messico); in Europa (Paris-III Sorbonne Nouvelle, Paris-IV Sorbonne, Université de Paris-VII Diderot, Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, Ecole Normale Supérieure de Paris, Paris-VIII Vincennes-Saint-Denis, Institut d'Etudes Avancées (IEA) de Paris, Centre d'Etudes Supérieures de la Renaissance di Tours, Warburg Institute di Londra, Alexander von Humboldt Stiftung, Max Planck Institute for the History of Science di Berlino, Università di Eichstätt); in Italia (Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino, Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bologna, Istituto Universitario di Studi Superiori, IUSS, di Pavia). Rinunciamo, perché davvero troppo lungo, a dare l’elenco dei luoghi – in ogni parte del mondo – in cui ha tenuto conferenze. Dal 2010 è stato membro d’onore dell’istituto di Filosofia dell’Accademia Russa delle Scienze, dal 2013 Presidente del Centro Internazionale di Studi Telesiani, Bruniani e Campanelliani (Cosenza) e dal 2020 membro dell’Académie Royale de Belgique e del Consiglio Scientifico della Treccani. Particolarmente produttiva e di alto profilo anche l’attività editoriale: ricordiamo solo che ha diretto tre collane per Les Belles Lettres di Parigi (tra cui «Les Œuvres complètes de Giordano Bruno» e «Bibliothèque italienne») e i «Classici della letteratura europea» per Bompiani. Ha ricevuto svariate onorificenze (Chevalier e Commandeur dans l’Ordre des Palmes Académiques, rispettivamente nel 2009 e nel 2014; Légion d’honneur nel 2012), premi (ricordiamo solo l’ultimo, recentissimo, del 2023: Premio Principessa delle Asturie), riconoscimenti accademici (sei dottorati di ricerca honoris causa in Europa e in America latina). Negli ultimi anni è stata molto intensa la sua attività di difesa delle discipline umanistiche nelle scuole e nell’università, con la pubblicazione di libri di diffusione internazionale: L’utilità dell’inutile, Bompiani 2013 (ed. or. Les Belles Lettres 2013); I classici per la vita. Una piccola biblioteca ideale, La nave di Teseo 2016; Gli uomini non sono isole. I classici ci aiutano a vivere, La nave di Teseo 2018. Collaborava al “Corriere della Sera” e a “El País”.
Oltre ai tanti successi e alle tante gratificazioni, che hanno segnato una carriera fuori del comune, vogliamo ricordare i tratti della personalità di Nuccio che più ci piacevano: il suo entusiasmo, la sua energia, la sua verve polemica e militante, i suoi modi semplici e schietti, sempre affettuosi e amicali, e soprattutto la grande passione riversata nell’insegnamento. Per lui insegnare era una missione, una missione che un docente universitario non poteva permettersi di sottovalutare, soprattutto in una regione ‘difficile’ come la Calabria, cui è rimasto sempre visceralmente legato, nonostante fosse un cittadino del mondo.

Chiara Cassiani e Maria Cristina Figorilli scarica in formato PDF

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